Nel villaggio globale

“BULLO NON È BELLO”

Polizia di Stato alla Santarella

Cyberbullismo e i rischi di Internet: questi sono i due argomenti che abbiamo trattato il 29 Marzo a scuola con due sovrintendenti della sezione di bullo 2Corato della Polizia di Stato, Luigi Lotito e Giuseppe Mazzilli, che ci hanno illustrato i pericoli che corriamo utilizzando Internet in modo inappropriato.
Il primo a prendere la parola è stato il sovrintendente Lotito che si occupa di reati informatici e ci ha aiutato a capire cos’è Internet e cosa sono i reati di cui si occupa. Tutti gli alunni erano estremamente attenti in quanto era un argomento che ci riguardava molto da vicino. Il sovrintendente ci ha spiegato che Internet è una rete ormai di larghissima diffusione, che collega dispositivi da una parte all’altra del mondo in pochissimo tempo (contrazione della locuzione inglese interconnected networks, ovvero “reti interconnesse”). Internet, quale rete di computer mondiale ad accesso pubblico, è nata negli anni sessanta per comunicare anche su larghe distanze. Questo sistema offre moltissimi vantaggi, ma se usato in modo scorretto può essere uno degli strumenti più pericolosi che esistano. Infatti ci sono delle regole anche sull’uso della rete che, se violate, determinabullo 4no pene regolate addirittura dal codice penale. Del resto, a differenza di ciò che normalmente si pensa, è facile rintracciare una persona che ha inviato l’SMS o la foto incriminata, anche se si nasconde dietro un falso profilo, basta denunciare l’accaduto al commissariato di Polizia e, grazie al suo IP, viene individuato immediatamente il colpevole. IP è l’acronimo di Internet Protocol ed è un punto di accesso che viene assegnato ad ogni utente e lo identifica in modo univoco quando accede alla rete. Questi punti di accesso alla rete vengono poi registrati in sistemi enormi e basta chiedere all’operatore (Tim, Wind, 3, ecc.) per trovarlo facilmente.
Il sovrintendente ci ha anche aiutato a dare una definizione di social network, che consiste in una struttura informatica che gestisce nel Web le reti basate su relazioni sociali, è, quindi, uno strumento che ci permette di comunicare. I primi social network, nati sul finire degli anni ’90, sono stati creati per motivi di lavoro, per potersi tenere in contatto con il collega che si era trasferito o per parlare di lavoro. Il social network più diffuso in Italia è Facebook, mentre in Gran Bretagna è molto utilizzato Twitter, ma ve ne sono molti altri. Il sovrintendente Lotito ci ha consigliato di non accettare né chiedere mai l’amicizia di chi non si conosce perché dietro quel profilo si può nascondere chiunque e per un pedofilo è facile avvicinarsi ad un ragazzino attraverso un profilo falso, chiamato “fake”. I ragazzi devono avere un cerchio di amicizie di soli ragazzi e gli adulti non devono chiedere la lobullo 5ro amicizia.
Egli, inoltre, ci ha parlato di un reato punibile legalmente: la diffamazione su internet. Se un ragazzo compie questo reato i suoi genitori devono assumersi la responsabilità del danno arrecato, infatti, se a commettere stupidaggini servono pochi minuti, a pagarle servono anni e una volta partita una denuncia il suo percorso legale non può essere fermato.
Infine il sovrintendente ci ha raccontato un aneddoto molto interessante e curioso: un giorno un signore molto distinto si presentò al commissariato e denunciò il furto di alcuni carri armati. Allo stupore dell’agente di polizia seguì la spiegazione del signore: si trattava di carri armati virtuali che aveva pagato circa cinquemila euro e che utilizzava all’interno di un gioco di ruolo on-line. Questo per dirci quanto una persona possa essere dipendente da Internet e quali nuovi reati si stanno lentamente configurando.
In seguito ha preso la parobullo 6la il sovrintendente Mazzilli, che si occupa di polizia scientifica e ha parlato di cyberbullismo e di quanto la polizia sia ormai molto attenta a questo pericolo sociale. Ci ha spiegato che alcuni studi hanno constatato i danni psicologici su di un adolescente causati da parole offensive tramite sms, facebook, o altro mezzo digitale. Una persona soffre molto di più in questo modo rispetto a quando le viene detta una parola offensiva solo verbalmente.
Il Cyberbullismo è l’uso delle nuove tecnologie per intimorire, molestare, mettere in imbarazzo, far sentire a disagio o escludere delle persone e, attualmente, in Italia, un ragazzo su dieci ne è vittima. Il poliziotto ci ha mostrato, anche attraverso alcune slide, le differenze sostanziali tra bullo e cyberbullo. Innanzitutto il bullo vive in un contesto sociale violento e per sfogare la sua rabbia compie atti fisici in un episodio isolato. Invece, il reato che compie il cyberbullo è doppiamente grave in quanto si nasconde anche dietro un profilo falso e in più può continuare per molto tempo, anche per anni.
A volte noi ragazzi non ci rendiamo conto di commettere dei veri e propri reati utilizzando il cellulare e i computer in modo inappropriato e non comprendiamo come con una brutta parola scritta via Internet, magari messa lì solo per scherzo, possiamo seriamente offendere qualcuno. I rischi che corriamo sono davvero tanti e questo incontro è stato importante per farci capire quali sono e come ci dobbiamo comportare in rete per usare in modo appropriato questo preziosissimo strumento sociale.

ELENA BIANCOLILLO 2ª C (a.s. 2013/14)

 

INTERNET, SIAMO SICURI?

I giovani e Internet: croce e delizia dei nostri tempi!
Come sfruttare ma allo stesso modo proteggerci da social, app e giochi online?
“La tecnologia è utile solo se usata correttamente”. Lo dice sempre la mia professoressa d’italiano delle scuole medie.
Tra i giovani d’oggi sono molto in voga i social network come Facebook e Twitter e applicazioni messaggistiche come Whatsapp, che li obbligano a restare connessi alla rete ventiquattro ore su ventiquattro.
Si è avuto un notevole miglioramento per quanto riguarda la comunicazione a distanza tra la gente, ma tutto questo bombardamento mediatico ha anche un rovescio della medaglia!
Il rinchiudersi fra quattro mura e chattare con un computer o crearsi un avatar per vivere una vita virtuale non è abbastanza limitativo della nostra creatività e della nostra voglia di conoscere e scoprire?
Se a questo ci aggiungiamo l’ingenuità dei ragazzi e le cattive intenzioni di alcuni adulti, il quadro si fa abbastanza scuro.
Articoli di giornali su furti d’identità, foto di minorenni pubblicate senza autorizzazione, cyberbullismoteen_agers_5225 su ragazzi sempre più fragili, sono oramai all’ordine del giorno.
Vista l’età dei soggetti a rischio, penso che la scuola rivesta un ruolo molto importante nell’indirizzare gli alunni su scelte e comportamenti corretti nell’utilizzo di Internet. Se un insegnante discute in classe su applicazioni che potrebbero turbare i suoi ragazzi, se consiglia altre app che invece aiutano, per esempio, ad arricchire il lessico attraverso il gioco, la società ne trarrà sicuramente beneficio.
Anche i genitori devono interagire con i propri figli su questo tema d’attualità: bisogna vietare ai minorenni il possesso di un profilo Facebook, accedere ad Internet solo da posti sicuri (come la rete WI-FI di casa) o autorizzare solo download legali e non sospetti.
Solo così si potrà essere al riparo da questi problemi e allo stesso tempo godere dei vantaggi di essere connessi alla rete, perché ricordiamoci che INTERNET rappresenta per l’umanità innanzitutto un enorme vantaggio!!!
Gaia Martinelli 1^ C (a.s. 2013/2014)

 

CELLULARI, UN PROBLEMA ANCHE PER LA SCUOLA

Oggi è frequente l’uso dei cellulari a scuola. Questo comportamento è molto sbagliato per vari motivi: ci distrae, provoca conseguenze negative disciplinari e non è corretto nei confronti dei docenti.
In quest’anno scolastico ci sono stati casi di uso del cellulare in classe e in palestra, nell’ora di educazione fisica. Ovviamente sono stati presi provvedimenti nei confronti degli alunni che hanno infranto questa regola del codice scolastico. Messaggiare, scattare foto o fare video da postare sui social network è assolutam300313_vignettaente sbagliato anche per la privacy dell’individuo. Proprio qualche giorno fa, abbiamo saputo che su Facebook è stata creta una pagina chiamata: “Santarella gossip”. In essa venivano scritte tante notizie sugli alunni della nostra scuola anche a loro insaputa e, dato che non era corretto, è stata subito tolta. Anche a causa dei progressi della tecnologia, stanno nascendo cellulari sempre più all’avanguardia e con molte applicazioni che lo rendono tutto tranne che un telefono. Spesso gli adolescenti si isolano con il proprio cellulare e non socializzano con gli amici. A scuola parlano sempre di cellulari e fanno a gara tra chi ce l’ha più moderno. Da un libro abbiamo tratto una citazione che tratta dell’uso dei cellulari oggi: ”Ero sul treno e mi stavo guardando intorno. Telefoni e tablet nelle mani di chiunque. Amiche che non si guardano nemmeno negli occhi e restano incollate ad un schermo. Gente che non si scambia più sguardi e sorrisi ma soltanto messaggi. E tra questa gente ci sono anche io che sto scrivendo qui sopra, però, dannazione, siamo davvero diventati così tristi? Davvero frugare tra le notizie di Facebook è diventato meglio di un sano scambio di parole? Davvero la gente preferisce parlare attraverso uno schermo anziché uscire a prendere un caffè anche se fuori piove? Se ci penso su, questa situazione mi fa paura perché tanto io lo so come finirà: sempre peggio. Diventeremo sempre più tristi e forse anche più soli e non ce ne accorgiamo.”. Queste parole ci hanno fatto riflettere su come la società odierna sta cambiando. Le conseguenze si riflettono sui giovani che usano gli oggetti tecnologici dappertutto, compreso a scuola. Quindi consigliamo ai ragazzi di usare il cellulare solo se indispensabile perché, come abbiamo scritto, l’uso eccessivo del cellulare può isolarci e abbruttirci: meglio una sana e bella chacchierata tra veri amici.

Perrone Gloria e Molinini Emanuela 3^ E (a.s. 2013/2014)

Un pensiero su “Nel villaggio globale

  1. Articoli fondamentali per la vita d’oggi visto che molte persone rimangono “attaccate” ai propri telefonini anzichè divertirsi con gli altri ragazzi.

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