La giornata della memoria

Stop all’antisemitismo

Il Giorno della Memoria è la commemorazione internazionale dedicata alle vittime dell’Olocausto, istituita nel 2005. La ricorrenza si celebra ogni anno il 27 Gennaio, giorno in cui nel 1945 i reggimenti dell’Armata Rossa irruppero nel campo di concentramento di Auschwitz, liberando i prigioneri.

Secondo me, non si dovrebbe ricordare questo giorno solo il 27 gennaio ma dovremmo ricordarlo sempre, affinché simili eventi non possano accadere mai più. Non è stato un evento che ha riguardato solo il popolo ebraico ma l’intera umanità e quindi bisogna trarre insegnamento da ciò che è accaduto.

Eppure proprio qualche giorno fa si è verificato un atto orribile e disumano, un ragazzino ebreo a Livorno è stato preso a calci e offeso da due ragazze proprio perché ebreo!

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Si tratta di un fatto o e grave, un atto imperdonabile.

Il padre del ragazzino ha denunciato queste due “persone” sperando che episodi di questo tipo non accadano mai più.

I campi di concentramento, come quello di Auschwitz, per fortuna non esistono più, ma ci sono ancora forme di razzismo, come l’episodio di Livorno, che non si riescono a sradicare.

Vorrei esprimere la mia vicinanza verso questo ragazzo, mio coetaneo, e spero in un mondo senza violenza e discriminazione. È inaccettabile come nel 2022 trovino ancora terreno fertile tali sentimenti di razzismo e antisemitismo.

Larrarte Giorgio, classe I F Scuola Santarella, a.s. 2021/22

27 gennaio, Giornata della Memoria

La Giornata della Memoria è stata istituita dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite il 1° novembre 2005 per ricordare per sempre il genocidio degli ebrei nei campi di concentramento nazisti durante la Seconda Guerra Mondiale. Questa giornata ha un duplice compito: quello di ricordare, per far sì che nessuno dimentichi l’orrore dell’Olocausto, e quello di tramandare, di raccontare la Shoah alle future generazioni e assicurarsi che non accada mai più niente del genere.

Tra il 1939 ed il 1945, a causa di un’ideologia razzista, promossa dal regime nazista guidato da Adolf Hitler, che prevedeva la “purificazione” del mondo da tutto ciò che non appartenesse alla razza “ariana”, furono uccisi, infatti, circa sei milioni di ebrei.

I nazisti chiamarono questa operazione di sterminio la “soluzione finale” che avvenne in seguito all’emarginazione completa degli ebrei dalla società tedesca. A questi, infatti, era proibita qualsiasi partecipazione alla vita sociale, compreso il divieto di matrimonio tra tedeschi ed ebrei, in seguito alla promulgazione delle leggi di Norimberga.

Lo sterminio degli ebrei ebbe inizio  in Germania per poi espandersi con le conquiste del Terzo Reich a quasi tutta Europa; essi inizialmente furono concentrati in quartieri delle città chiamati “ghetti” e successivamente furono trasferiti nei campi di concentramento e di sterminio dove erano torturati, costretti a svolgere lavori forzati e sottoposti ad esperimenti pseudoscientifici e impiegati come cavie umane.

Uno di questi campi, il più conosciuto, è Auschwitz dove arrivavano continui carichi di persone. Qui, i deportati erano assoggettati ad una selezione iniziale che “salvava” solo momentaneamente le persone capaci di lavorare duramente, mentre gli altri erano immediatamente condotti verso la meta dove tutti i prigionieri erano destinati alle camere a gas.

Questo sterminio comprendeva anche gli omosessuali, le persone afflitte da disabilità, gli zingari, gli oppositori politici ed i testimoni di Geova.

Quando i tedeschi occuparono l’Italia, dove vigeva il regime fascista, che aveva emesso le leggi razziali ad esclusione degli ebrei dalla vita sociale, iniziò la deportazione e lo sterminio che costò la vita a circa ottomila ebrei italiani.

Stiamo parlando di un passato che resterà indelebile e che nostro malgrado ci appartiene, a cui non possiamo rimanere indifferenti, perché ancora oggi si raccolgono le testimonianze dei sopravvissuti.

Primo Levi, ad esempio, scrittore di origine ebraica, racconta la sua personale esperienza da deportato nel campo di concentramento di Auschwitz, in Polonia.

Egli nacque in una famiglia di intellettuali, si laureò in chimica e questo divenne il suo lavoro principale che lo salvò dallo sterminio, ma, dopo la drammatica esperienza come deportato, diventò scrittore.

Nelle sue opere, tra cui il romanzo “Se questo è un uomo”, Levi, racconta le brutalità delle azioni compiute dai nazisti; gli ebrei, infatti, non erano considerati più uomini, né animali, né risorse ma semplicemente scarti numerati. I tedeschi rasavano loro i capelli, toglievano ogni effetto personale, li separavano dalle proprie famiglie, di cui perdevano ogni notizia, li umiliavano, li trattavano con violenza, fino a demolire anche la loro dignità.

Da queste testimonianze bisogna solo apprendere, per migliorare il nostro futuro in quanto non si possono ascoltare, ancora oggi, episodi come quello di due ragazze che per sentirsi grandi importunano, insultano con gesti riprovevoli e picchiano un bimbo ebreo che sta giocando. Un atteggiamento discutibile e punibile, senza alcun dubbio, perché significa vivere senza valori, senza sani principi di vita e senza amore per il prossimo.

Lasciateci esporre un’osservazione, secondo noi il razzismo è semplicemente la conseguenza della paura del diverso che, unita all’ignoranza, sfocia in violenza. È importante ricordare questi eventi del nostro passato e dedicare più di una giornata alla memoria di quanto è accaduto.

Amorese Sofia, Barresi Angelica, Biancolillo Annaclaudia, Tedone Daria, classe III B Scuola Santarella, a.s. 2021/22

GIORNO DELLA MEMORIA: COME LO RICORDANO LE PERSONE?

Il giorno della memoria è il giorno ufficiale nell’U.E. in cui si ricordano i 6 milioni di ebrei deportati nei campi di concentramento assieme a zingari, omosessuali e persone portatrici di handicap.auschiwtz
Poniamoci una domanda: perché tutto questo?
Una delle tante risposte è quella storica: da secoli gli ebrei venivano considerati la causa di carestie, decadenze di imperi o portatori di peste, solo perché praticavano un culto diverso.
Uno dei pochi luoghi in cui loro potevano praticare la loro fede liberamente erano i Paesi Bassi (luogo in cui si era rifugiata anche la famiglia di Anna Frank).
In quei campi sono stati deportati anche coloro che sono stati considerati “diversi “ o “anormali”.
Ma cos’è la normalità? Cosa rende una persona diversa da un’altra?
Queste domande hanno una sola risposta: il razzismo, la xenofobia ovvero la paura dell’altro.
Nonostante nel 2015 si sia celebrato il settantesimo anniversario dalla liberazione di AUSCHWITS, e tutti noi sappiamo che cosa quel nome abbia significato, ancora oggi ci sono casi di xenofobia e non solo verso gli ebrei.negazionismo Ci sono addirittura dei negazionisti, cioè quelle persone che negano l’esistenza dei campi di concentramento e lo sterminio degli ebrei, eppure dopo la fine della guerra furono allestiti per un breve periodo i “mercatini dell’orrore”, definiti così per la presenza dei resti di coloro che erano morti nei campi.
I negazionisti sono presenti ancora oggi e un esempio ne è stato lo scempio avvenuto a Roma proprio nella notte del 27 gennaio 2015, quando un gruppo negazionista ha appeso uno striscione in cui c’era scritto: “Olocausto menzogna storica. Hitler per sempre” (Repubblica.it/Roma/27/_01_2015).striscione
Un disonore per tutto il popolo italiano che ha vissuto la guerra con sofferenza e dolore, ma soprattutto un’offesa alla comunità ebraica di Roma a cui il sindaco ha chiesto scusa e per questo ha anche chiamato i carabinieri che, dopo aver rimosso lo striscione, hanno subito cercato le tracce del colpevole.
Le indagini non si sono ancora concluse, ma si spera di trovare al più presto l’organizzatore di questo scempio per cercare di porre fine a questi attentati morali verso tutti coloro che sono ebrei.
Ciò che è avvenuto a Roma è uno dei tanti eventi che nel mondo possono avvenire ma che vanno denunciati e combattuti per tutelare la dignità di ogni persona e il valore infinito che l’umanità ha.
hitlerHitler, certo, è uno dei personaggi della storia contemporanea che ha incarnato maggiormente la crudeltà ed ha dimostrato la “differenza “ fra razze di serie A e di serie B, ma questa logica non è nuova nella storia dell’umanità, basti ricordare il periodo di colonizzazione delle Americhe, quando gli europei si sono sentiti superiori e hanno sfruttato uomini e donne di colore per i propri interessi economici.
Porre fine a questi eventi è uno degli obiettivi che ognuno di noi dovrebbe porsi .
Cambiare il mondo, ribaltare le situazioni è un nostro dovere perché solo così possiamo avere un futuro migliore, un mondo in cui tutti sono accettati per quello che sono, per la propria diversità che rende ognuno di noi unico e speciale, diverso e inimitabile. Tutti noi dobbiamo accettare le varie etnie anche per una nostra cultura e per avere una mente aperta alla diversità e alle innovazioni.
Non giudicare sbagliato quello che non conosci, prendi l’occasione per comprenderlo.” (Pablo Picasso)

Luigina D’Introno, 2ª C (a.s. 2014/15)