Le favole

Forse questo sole non mi ha mai accolto veramente.

Ma il loro pregiudizio, oh lui, sì che risplende.

La gente non capisce ciò che io davvero voglio,

io anche in un solo libro cerco cura, non orgoglio.

Perché forse in questa sera di novembre io probabilmente

son caro solo alle stelle.

E solo loro piccole e lucenti han forse capito chi sono.

Ma io vado avanti e stringo i denti, con quell’uomo ragnatela

e quel cantante che per ultimo è stato lasciato,

come un cane abbandonato.

Questa poesia forse è solo egocentrismo

Oppure un accenno di realismo.

E non è vero che da altri sono aiutato.

In un mondo in cui sono solo, l’aiuto vero va guadagnato.

E credeteci un po’ alle favole!

Che voi la morale non la volete, anzi la cercate solo quando conviene.

Perché forse avete paura di voi stessi,

Avete dei segreti, eppure mostrate solo riflessi.

Perché in questo mondo di infami e di bugiardi

alla falsità non serviranno nemmeno le armi.

provate a mostrare un po’di fragilità.

Perchè qui che vi sentite tutti grandi,

E poi forse diventate dei tiranni!

Ma provatela quella sensazione di essere soli come un barbone.

Di non essere mai capiti.

Perché nessuno vi ha mai ascoltati.

Allora lasciatemi con la luna e le stelle,

che insieme ai sogni sfiorano la mia pelle.

Questa pioggia che si abbatte sulla città è serena

perché quella gente comandare mai vedrà.

Luca Marcone, classe 3^ sez. C, Scuola Santarella, a.s. 2023/24

                                            

Dalla poesia alla canzone…. è un attimo!

Ciao a tutti,

sono una studentessa di terza media che, come tutti gli altri alunni, quest’anno ha affrontato il tema della poesia e abbiamo studiato come si analizza un testo poetico. Siamo quindi passati dal capire di che tipo, era ogni verso del testo (binario, ternario…) all’individuare tutte le figure retoriche fino alla parafrasi del brano. Qualche giorno fa, poi, la nostra professoressa ci ha chiesto di scegliere una canzone che ci piacesse per allenarci proprio nella ricerca degli elementi caratterizzanti una poesia. Come compito per casa ci ha assegnato l’analisi della canzone scelta.

Inizialmente ho pensato fosse veramente molto noioso, ma alla fine… l’ho trovato bellissimo!                                                                                                                                       

È così che ho scoperto che la poesia non è solo il solito testo letterario al quale siamo abituati e che troviamo spesso nei libri di scuola, ma può anche essere rappresentata da un qualcosa che accompagna le nostre vite ogni giorno, LA MUSICA.                                                                         

Vi lascio adesso alla lettura del testo da me prodotto riguardante la canzone di Jovanotti uscita nel 2005, “MI FIDO DI TE”.

Questo brano è considerato uno dei più belli mai composti dal cantautore italiano dato l’importante significato che trasmette. Come dice, infatti, il verso “la vertigine non è paura di cadere ma voglia di volare”, in ogni cosa che facciamo ci deve essere quella piccola parte di noi che ha paura, simboleggiata dalla vertigine, un timore però che non ci immobilizza ma ci stimola a dare il massimo; nel ritornello poi la canzone recita: “Cosa sei disposto a perdere?”: perché, può sembrare strano ma per vivere la vita a pieno dobbiamo rischiare, è proprio questo ciò che il verso vuol significare. La canzone tratta tematiche molto importanti, come quella sulla fragilità dell’uomo e di come sia bello poter affidarsi ad un’altra persona, condividere le preoccupazioni e non dover, da soli, portare peso delle difficoltà sulle nostre spalle. Varrà, infatti, sempre la pena di rischiare dando fiducia all’altro per essere felici. La frase “MI FIDO DI TE” è una di quelle frasi che pronunciamo poche volte nella vita e a pochissime persone, solo a coloro che riteniamo giusti per noi e su cui sappiamo di poter contare. Posso affermare con certezza che questo “complimento” (perché lo è) è uno dei più belli che possiamo rivolgere ad una persona. 

Passo, adesso, all’analisi formale della canzone, quindi all’individuazione delle figure retoriche, della lunghezza dei versi e delle strofe.                                                                                                                                                                Parto subito!  Allora, nel testo possiamo trovare nove strofe composte tutte da otto versi tranne il ritornello, composto invece da sette versi. I versi hanno lunghezze differenti, perciò sono detti sciolti, e non hanno rime, tranne per qualche verso che presenta uno schema metrico tipico della rima baciata. La canzone presenta figure retoriche di suono come la consonanza, nella ripetizione di consonanti come la C e la L, l’assonanza nella ripetizione di vocali come la A, la E o la O: grazie a queste figure retoriche si alternano immagini cupe a immagini gioiose nella lettura del brano. Per le figure retoriche di significato riscontriamo la presenza di un ossimoro, ovvero l’unione di due termini opposti, che si presenta quando nella canzone vi è “assassini per bene”, e due enumerazioni entrambe per asindeto, cioè l’unione di più parole divise esclusivamente dalla virgola. Abbiamo anche un enjambement, presente nel ritornello quando recita nel primo rigo “la vertigine non è” e poi nel rigo successivo “paura di cadere”. Finita la parte formale possiamo dedicarci al commento personale riguardo la canzone, sia dal punto di vista dell’autore che dal mio.                                                                                                                            

Jovanotti con questo brano vuol far capire agli altri quanto sia difficile dire ad una persona “MI FIDO DI TE”, infatti si carica l’altro di una responsabilità non da poco: accettare anche la nostra parte più brutta. Una cosa ancora più difficile è capire se siamo disposti anche noi a metterci a servizio dell’altro.

Era da molto tempo che non ascoltavo questa canzone, così con questo compito ne ho approfittato per risentirla. Questo brano mi ha sempre ricordato quell’idea di famiglia perfetta, completa che non ho mai potuto apprezzare del tutto ed è forse questo, il motivo per il quale da un po’ di tempo non l’ascolto più. Comunque, la canzone rimane e rimarrà sempre tra le mie canzoni preferite, non solo per quello che rievoca in me, ma anche per il contenuto di cui il titolo è l’emblema e che esprime uno dei concetti esistenti più forti e intensi.  A volta non diamo molto peso ad essa o, peggio, quando potremmo, non la pronunciamo mai.

Ci sarebbero un sacco di canzoni con cui confrontare questo capolavoro, ma ne nominerò solo qualcuna, come “HO BISOGNO DI CREDERE” di Fabrizio Moro che parla, come nella canzone di Jovanotti, di quanto sia bello fidarsi degli altri per poter essere felici, o “UN’ ALTRA VOLTA DA RISCHIARE” di Ermal  Meta che invece insegna l’importanza di rischiare nella vita per provare nuove cose per riuscire a godersi ogni istante.                                                                                                                        

Ecco qui l’analisi della canzone di Jovanotti “MI FIDO DI TE”.

Alla prossima,                                                                                                                                                                            Francesca D’Introno,  classe III G, “Santarella”, a.s. 2023/24

“S’i’ fosse” a modo mio…

Cecco Angiolieri, nato a Siena da una nobile famiglia nel 1260, ha scritto tantissimi sonetti che sono stati raccolti in un Canzoniere. Tra questi troviamo “S’í fosse foco”, uno dei suoi componimenti più conosciuti. 

Qualche giorno fa, la nostra Professoressa di Italiano ci ha proposto una sfida: scrivere una poesia sul modello di quella di Cecco Angiolieri.

Ecco qui cosa n’è venuto fuori: 

S’i’ fosse mamma…

S’ì fosse mamma ti ascolterei

S’ì fosse padre giocherei con te 

S’ì fosse nonna di coccolerei

S’ì fosse nonno ti racconterei

S’ì fosse maestra ti aiuterei

e i tuoi compiti correggerei

S’ì fosse Preside, sa che farei?

i corsi e le lezioni cambierei

S’ì fosse alunno mi impegnerei

e le regole io rispetterei

similmente faria da adulta

S’ì fosse Cecilia com’i sono e fui

torrei le persone rispettose

e maleducate io lasserei

                        LOPETUSO CECILIA

S’i’ fosse Messi…

S’ì fossi Messi andarei al Real Madrid 

S’ì fossi Ronaldo andarei al City

E tutti lasserei sbalorditi

S’ì fossi contro di loro preferirei morir

S’ì fossi un arbitro mi potrei divertire

Ché Sergio Ramos farebbe contrasti proibiti

S’ì fossi un mister lascerei sbigottiti

Ché lo scudetto andrei a conseguir

S’ì fossi giovinezza andarei da Messi

S’ì fossi ritiro fuggirei da lui

Similemente faría da Ronaldo

S’ì fossi Claudia, com’i sono e fui

Tiferei le squadre grandi e forti

E piccole e scarse lasserei altrui

                         LEONE CLAUDIA

S’ì fosse una farfalla…

Se fossi una farfalla nel cielo,

Tra fiori danzerei con leggiadria,

sfiorando petali in dolce armonia,

e vivendo un sogno bello e leggero.

Se fossi l’ombra, seguirei il tuo passo.

Se fossi in una fiaba, sarei una regina;

con una corona di erba decorata,

ed una faccia abbronzata.

Se fossi una stella tra le nuvole,

illuminerei il cielo con splendore

e racconterei storie d’amore…

Se fossi Giulia come sono ed ero,

scoprirei il mio giardino con meraviglia, 

in un mondo dove il cuore è innamorato.

                            GERMANO GIULIA

S’ì fosse foco…

S’ì fosse foco, scioglierei il cioccolato;

s’ì fosse Ronaldo, di goal vi riempirei;

s’ì fosse Buffon, di parate ne farei;

s’ì fosse sindaco, risolverei i problemi di Corato.

S’ì fosse scienziato, sarei orgoglioso, 

perchè un vaccino per tutte le malattie inventerei;

s’ì fosse presidente, sa che farei? 

Caccerei ogni italiano presuntuoso.

S’ì fosse sconfitta, andrei dagli Juventini;

s’ì fosse vittoria, fuggirei da loro;

similmente farei con i tarantini.

S’ì fosse Imperatore, come io sono e non loro, 

giocherei a tutti i bigliardini:

e regalerei a chi ne ha bisogno oro.

                                          IMPERATORE DAVIDE

S’ì fosse leone… 

S’ì fosse leone sbranerei 

la cattiveria, se fossi un serpente

avvelenerei il falso dire

S’ì fosse l’uomo sarei meno fino

S’ì fosse oceano mi arrabbierei

S’ì fosse un lampo incendierei

l’ansia che a volte brutti scherzi fa

S’ì fosse l’amor sa che farei? 

Non farei soffrire le persone 

S’ì fosse inferno andarei dai bruti

S’ì fosse luce non li cercherei

S’ì fosse Sveva come sono e fui

fuggirei dalle verifiche che

rimarrebbero in mano ai professori

                   DELL’AQUILA LAURA SVEVA 

S’ì fosse il rosa…

Se fossi il rosa sfumerei l’alba;

se fossi il blu incupirei la notte;

se fossi il giallo rallegrerei il dì;

se fossi chiara tingerei le acque;

se fossi il verde un prato sembrerei;

se fossi il viola macchierei il vino;
se fossi il rosso accentuerei il fuoco;

se fossi il nero infonderei  angoscia.

Se fossi il bianco colorerei le

nuvole, ma se fossi il nero non le

tingerei per nulla.

Ma se fossi Giulia come sono e fui,

terrei i colori allegri e splendenti

e lascerei i più cupi altrui.

                        TEDONE GIULIA

S’ì fosse mare…

S’ì fosse mare, allagherei il mondo;

s’ì fosse albero, lo farei respirare;

s’ì fosse sabbia, lo soffocherei;

s’ì fosse Dio lo illuminerei;
s’ì fosse Papa, sarei allor triste, ché tutti

gli uomini non convertirei; 

s’ì fosse ‘imperator sa che farei?

A tutti darei lo scettro

S’ì fosse Luigi com’i sono e fui torrei i

compiti facili e brevi, lunghi e noiosi 

lasserei altrui.

                                   MINTRONE LUIGI

S’ì  fosse foco…

Se io fossi re, conquisterei il mondo; 

se io fossi eroe, salverei le persone;

se io fossi aria, me me andrei.

Se io fossi nuvole, farei sempre piovere.

Se io fossi presidente, sarei divertente e tutto il popolo mi amerebbe;

se fossi asasino, sai che farei?

Ucciderei i presuntuosi per fare una strage.

Se fossi fortuna, andrei da mio padre;

 se fossi sfortuna, scapperei da lui 

e anche da mia madre.

Se io fossi Giovanni, come sono e fui

amerei la mia famiglia; 

e lascerei chi non mi ama.

                                   CALDAROLA GIOVANNI

S’ì fosse…

S’ì fosse palla, colpirei in piena faccia, 

S’ì fosse meno forte, schiaffeggerei, 

S’ì fosse pugno, ancor più forte colpirei,

S’ì fosse maestro tapperei la tua boccaccia

S’ì fosse bocca, a mille e più non direi una parolaccia,

S’ì fosse ladra, i tuoi sogni ruberei,

S’ì fosse persecuzione, sarei l’ombra che ti minaccia;

S’ì fosse Paradiso, non potresti entrare:

nelle fiamme in antri bui

S’ì fosse Inferno ti farei restare;

S’ì fosse Grazia Maria, com’i sono e fui,

le conoscenze mi piacerebbe salvare

eliminando l’ignoranza altrui.

                                                    MARCONE GRAZIA MARIA

Classe 2^C, “Santarella”; a.s. 2023/2024

INIZIA LA GUERRA DI TROIA

I VALOROSI ALUNNI DELLA PRIMA E SONO PRONTI A COMBATTERE SOTTO LE MURA DI TROIA

Nei giorni scorsi la nostra docente di italiano, ci ha proposto di fare un lavoro per introdurre l’Iliade.

Ad ognuno di noi è stato assegnato un personaggio protagonista del poema, lo abbiamo rappresentato in modo creativo e… allora vai con i glitter, colori sgargianti e tanti cartoncini colorati.

Ci siamo immedesimati nei personaggi in modo da sembrare come loro ed in prima persona abbiamo recitato una presentazione della loro vita durante l’Iliade.

I lavori erano stupendi e realizzati con impegno, così è nata l’idea di farlo conoscere alla nostra scuola.

Questa attività ci ha stimolato a conoscere con entusiasmo la avventure di tutti i personaggi che incontreremo.

Volete sapere cosa ne è uscito fuori?

Ve lo mostriamo noi: 

Ovviamente direi di iniziare con il nostro Omero, l’ inventore di tutto. 

Agamennone, il feroce capo della spedizione achea per la nostra grande guerra.

la nostra magnifica sposa di Ettore, madre di un figlio.

Menelao, colui che per riprendersi la sua dolce metà, ha fatto scoppiare la guerra.

Ecuba, la meravigliosa moglie di Priamo e madre di 50 figli.

Poseidone, una divinità che parteggia per gli achei per colpa di Priamo, che ha commesso un gesto contro di lui.

La divinità che costruì l’armatura al nostro “divo Achille”

Ulisse, il genio che inventò il glorioso stratagemma del cavallo di Troia.

La causa della guerra secondo la leggenda, e quindi la poverina a subito tutte la colpe!

La divinità che protegge i “valorosi” troiani.

Il dio che lancia una terribile pestilenza nel campo degli achei per colpa di Agamennone.

La dea che è dalla parte degli achei, per colpa di Paride che non la soprannominò la più bella.

Il nostro re di Troia, marito di Ecuba e padre di 50 figli.

E ancora Teti

Enea

e infine Ares

articolo di Miriam Roselli e Mariachiara Maldera

classe I E, “Santarella”, a.s. 2022/23

CALLIGRAMMI, CHE PASSIONE!

Lavorando sul testo poetico, la nostra professoressa di Lettere ci ha fatto recitare in classe una splendida poesia dal titolo “Sei una meraviglia” e ci ha assegnato un lavoro spettacolare.

Ognuno di noi doveva creare una poesia prendendo spunto da quella letta in classe che rappresentasse una nostra passione disegnandola allo stesso tempo e riportando poi la stessa  attorno al disegno. Io ad esempio ho realizzato un disegno dove suono il violino mentre i miei compagni si sono cimentati nel disegnare: le scarpette di danza, un pallone da calcio, una pallina di Natale, delle note musicali ed altre cose fantasiose sulle proprie passioni realizzando così delle vere splendide opere d’arte, tutte bellissime!

Questo tipo di lavoro si chiama Calligramma . Esso è caratterizzato dalla disposizione delle parole, sistemate in modo tale da formare disegni decorativi o figure bizzarre. E’ infatti un tipo di componimento poetico fatto per essere guardato ed ammirato oltre che per essere letto, ecco perché ognuno di noi si è trasformato in poeta disegnando un oggetto collegato al tema principale della poesia.

Questo lavoro è stato sviluppato per Antologia e secondo me è stato un lavoro davvero bello, che mi ha fatto vivere forti emozioni e mi ha fatto sentire una meraviglia. Questa è la mia poesia:

Sono una meraviglia

Sono una meraviglia!

Si, sono una meraviglia

ad ogni battito di ciglia

ad ogni sorriso condiviso

ad ogni nota del mio violino che segna il mio destino.

I miei pensieri tra mille desideri

attraversano la mia anima

senza nessuna lacrima

ma con un arcobaleno di vita

che scatena la mia determinazione infinita

di raggiungere obiettivi

sempre molto impegnativi.

Sono una meraviglia

anche se a volte l’ansia mi scompiglia

ma la certezza di superarla

continuando a lavorare con costanza

riuscirà ad eliminare ogni distanza.

Nel mio silenzio che fa rumore

continuerò ad accumulare amore e stupore

ecco perché

per miglia e miglia

resterò per sempre figlia di una grande meraviglia!!!

Successivamente abbiamo unito tutti i nostri lavori attaccandoli su un gigante foglio color caffè, abbiamo realizzato uno striscione con la scritta “ I nostri calligrammi” e lo abbiamo appeso al muro con il cartellone. E’ stata un’esperienza indimenticabile e davvero bella perché ha dato spazio alla nostra creatività e fantasia facendoci sentire unici.

Vorrei ringraziare la nostra professoressa di Lettere per le magnifiche giornate che ci ha fatto trascorrere per realizzare le nostre meraviglie!!

Greta Maria Squicciarini, classe I C, “Santarella”, a.s. 2021/22

Classe I C, “Santarella”, a.s. 2021/22

COMPITO DI REALTÀ: I NOSTRI CUT-UP, POESIE DI GUERRA E DI PACE

Noi, ragazzi della I C, abbiamo svolto come compito di realtà dei CUT-UP relativi agli attuali conflitti tra Russia e Ucraina, benché avremmo certamente preferito trovarci nelle condizioni di lavorare su temi meno dolorosi.

Il CUT-UP è una tecnica letteraria stilistica che consiste nel ritagliare un testo scritto lasciando intatte solo parole o frasi, mischiandone in seguito le varie parole e ricomponendo un nuovo testo connettendosi con il sentire del momento. Mentre tutti noi tagliavamo piccoli frammenti di frasi di poesia di guerra e di pace di grandi autori su cui avevamo riflettuto in una delle lezioni precedenti, la nostra professoressa di Italiano ci ha fatto ascoltare la canzone ‘’2step’’ di Ed Sheeran che duetta con il frontman della band ucraina Antytila, Taras Topolya; la clip mostra due ballerini giovani separati dalla guerra in Ucraina. Il videoclip originale fu girato a Kiev prima della guerra ed è proprio questo che ha spinto il cantante britannico a donare le royalties ottenute dagli streaming di YouTube del videoclip all’associazione Ukraine Humanitarian Appeal. Dopo aver ascoltato la canzone abbiamo iniziato ad incollare le parole su un foglio colorato da noi scelto. Con le parole che avevamo a disposizione abbiamo composto delle poesie che abbiamo letto espressivamente alla classe.

Che meraviglia il potere delle parole unito a quello della musica! Nessuno di noi, crediamo, si aspettasse di vedere generate poesie tanto belle. GRAZIE, PROFESSORESSA!

Pisi Edoardo e Zitoli Matilde, “Santarella”, a.s. 2021/22

Alcune poesie per la PACE (d’autore e non)

“LA LUNA DI KIEV” di Gianni Rodari

Chissà se la luna
di Kiev
è bella
come la luna di Roma,
chissà se è la stessa
o soltanto sua sorella…

“Ma son sempre quella!
– la luna protesta –
non sono mica
un berretto da notte
sulla tua testa!

Viaggiando quassù
faccio lume a tutti quanti,
dall’India al Perù,
dal Tevere al Mar Morto,
e i miei raggi viaggiano
senza passaporto”.

Considerazioni

“La luna di Kiev” di Gianni Rodari è una poesia tratta dalla raccolta “Filastrocche in cielo e in terra” (Einaudi,1960). Con questa poesia Gianni Rodari non fa alcun riferimento alla guerra ma fa appello all’unione tra gli uomini e ci ricorda che siamo tutti sotto lo stesso cielo, infatti la luna è sempre la stessa e brilla anche sui bombardamenti come un simbolo di pace. Penso che questa poesia rappresenti il terrore di queste notti a Kiev, appunto la guerra in Ucraina che sta distruggendo ogni forma di vita e di amore. Viviamo tutti sotto lo stesso cielo, con la stessa luna ma non abbiamo ancora imparato a vivere come fratelli.

Biografia di Gianni Rodari

Giovanni Francesco Rodari, detto Gianni è nato il 23 ottobre 1920 ed è morto il 14 aprile 1980 a Roma. E’ stato uno scrittore, pedagogista, giornalista e poeta italiano, specializzato in letteratura per l’infanzia e tradotto in molte lingue. Unico scrittore italiano ad aver vinto il prestigioso “Premio Hans Christian Andersen” nel 1970, fu uno fra i maggiori interpreti del tema “fantastico” nonché, grazie alla “Grammatica della fantasia” del 1973, sua opera principale, uno fra i principali teorici dell’arte di inventare storie.

“HO DIPINTO LA PACE” di Talil Sorek

Avevo una scatola di colori

brillanti, decisi, vivi.

Avevo una scatola di colori,

alcuni caldi, altri molto freddi.

Non avevo il rosso

per il sangue dei feriti.

Non avevo il nero

per il pianto degli orfani.

Non avevo il bianco

per le mani e il volto dei morti.

Non avevo il giallo

per la sabbia ardente,

ma avevo l’arancio

per la gioia della vita,

e il verde per i germogli e i nidi,

e il celeste dei chiari cieli splendenti,

e il rosa per i sogni e il riposo.

Mi sono seduta e ho dipinto la pace.

Considerazioni

In questa poesia, l’autrice attraverso i colori molto freddi evidenzia la distruzione con la guerra, mentre con i colori brillanti, decisi e vivi esprime la speranza in un futuro sereno grazie alla pace. Tutto quello che sta succedendo in Ucraina, mi fa capire quanto sia importante il dialogo tra i popoli delle varie Nazioni. Io penso che se tutti si accorgessero dell’importanza della vita e che la pace porta felicità, a nessuno verrebbe in mente di toglierla agli altri per avere la soddisfazione di sentirsi potenti quando in realtà non lo sono perché il vero potere è nella serenità e nella pace. NO ALLA GUERRA!!

BIOGRAFIA DI TALIL SOREK

Talil Sorek era una ragazza israeliana tredicenne quando ha scritto questa poesia che ha vinto un premio ed è diventata famosa in tutto il mondo. Attraverso un’immagine molto semplice, Talil ci fa riflettere su ciò che può significare questa parola in una zona come il Medio Oriente, teatro di molte terribili guerre.

“I PRATI DI KIEV” di Greta Maria Squicciarini

Tulipani blu, tulipani gialli

lunghi fiumi di cristalli,

cristalli di lacrime

che sfiorano la terra ad ogni margine

ma presto splenderà il sole

e porterà ovunque buonumore

e la primavera con i suoi germogli sulla Terra

allontanerà ovunque

qualsiasi ombra di guerra!

Considerazioni

Questa poesia rappresenta per me un sogno di speranza visto che la terra continua ad avere i suoi germogli nonostante le bombe e la guerra. Al tempo stesso le lacrime rappresentano un momento di tristezza di tutti i popoli condiviso con l’Ucraina. Con la primavera tornerà tutto come prima e la guerra sarà sconfitta dalla pace stessa.

Greta Maria Squicciarini, classe I C, “Santarella”, a.s. 2021/22

I bambini di Terezín

“Sono stato bambino tre anni fa.

Allora sognavo altri mondi.”

Hanus Hachenburg (1929 – 1943)

Il 27 gennaio di ogni anno si ricorda una pagina mostruosa della storia dell’umanità, umanità che talvolta è capace di azioni terribili, peggio di quelle delle belve più feroci.

Disegno di Andrea Redda

Durante la Seconda guerra mondiale quasi 6 milioni di ebrei tedeschi furono deportati in campi di concentramento, accusati di appartenere ad una razza inferiore. Certo questo non accadde all’improvviso, già molti anni prima erano state promulgate le leggi razziali che impedivano agli ebrei di praticare alcune professioni o di entrare in negozi e mezzi pubblici, ma nel corso degli anni la situazione peggiorò in modo inesorabile.

Fra queste persone non ci furono solo ebrei ma anche “intralci” alla comunità come anziani, disabili, omosessuali, zingari, persone con handicap, definite “indesiderabili”.

Prima di arrivare a rinchiudere gli ebrei nei campi di concentramento, questi venivano “relegati” nei ghetti, quartieri spesso recintati in cui gli ebrei erano costretti a vivere nella miseria più totale, tutti insieme, molte volte in case per due famiglie e spesso essi morivano per la fame, per le malattie o per le successive deportazioni nei campi di sterminio.

In particolare, c’era un campo a Theresienstadt (o Terezín) nella Repubblica Ceca, in cui vennero rinchiusi i più grandi artisti, musicisti e intellettuali ebrei dell’epoca, e ben 15.000 bambini!

Disegno di Velia Tedone

Questo era un “campo modello”, perché serviva a fare pubblicità ai tedeschi che riprendevano i “prigionieri” con le videocamere per dimostrare a tutti che i nazisti non erano cattivi e che non facevano del male ai deportati.

Era l’unico campo, infatti, in cui ai bambini era consentito cantare e disegnare. Però era assolutamente vietato per loro andare a scuola e studiare!

Oggi noi abbiamo i loro disegni e le loro poesie, che raccontano sogni, ricordi e desideri e tutto ciò grazie agli adulti che in maniera clandestina, essendo grandi artisti e intellettuali, facevano da maestri a questi poveri bambini e ragazzi.

Tutti i loro 4.387 disegni e le 66 poesie sono conservate oggi nel museo ebraico di Praga.

Anche se sembrano storie, sono fatti realmente accaduti, vite reali di bambini e ragazzini come noi che non potevano vivere liberamente come facciamo oggi, a cui era consentito solo ricordare il loro vecchio mondo e sognarne uno migliore. 

Anche noi alunni di I A abbiamo voluto esprimere le nostre riflessioni davanti a tali brutalità attraverso le nostre parole e i nostri disegni, con cui abbiamo cercato di dare parole a qualcosa che parole non ne poteva avere…

Questo evento terribile, la Shoah, non dovrà mai accadere di nuovo in futuro, tanta sofferenza non dovrà più esistere e per questo il 27 gennaio è una giornata importante da NON dimenticare, per non ripetere gli errori del passato!

“Il disegno di una speranza” di Giulia Terzulli

I disegni dei bambini rinchiusi a Terezín

Raccontano storie di ricordi e desideri,

desideri che purtroppo non si possono avverare

perché l’unico svago concesso era disegnare.

Non possono studiare, giocare e divertirsi

E solo quando capita possono nutrirsi.

Per farli studiare i grandi del campo

Organizzarono lezioni clandestine

E intonavano anche allegre canzoncine.

Certo tutto ciò non era abbastanza

Ma di una vita normale aveva la parvenza

E di un futuro migliore regalava la speranza

A dei bambini a cui era negato il diritto d’esistenza…

Nessun’altra persona dovrà più soffrire perché ritenuta di razza inferiore, poiché esiste un’unica razza, gli ESSERI UMANI!

Classe I A, Scuola Santarella, a.s. 2021/22

LE NOSTRE POESIE

Emozioni nate durante questo anno di pandemia…

GLI EROI INVINCIBILI 

Nessun volto sotto le maschere

Nessuna luce dopo il tramonto

Nessun sorriso

Nessuno sguardo

Sotto le mascherine una lacrima non fa rumore

 

Nessuna persona in giro

Nessun rumore, solo ambulanze

 

Tutto cambia, anche il mondo

Tutti in casa

Tutti uguali, nessuno diverso

 

Via la libertà

Via la vita

 

Tutti piangono

Nessuno gioca

 

Tra le vie solo chi vuole che tutto finisca

Chi ci aiuta a vivere

Chi non vuole far rimanere da solo nessuno

Chi ci aiuta portando a casa la spesa

Chi ci aiuta negli ospedali

Chi ci porta a casa medicine e cure

 

Tutti in cerca di un nuovo mondo

Tutti che cercano di stare calmi

Tutti che vogliono vivere.

                                           Ilaria Sollazzo, II B

 

IL CORONAVIRUS 

Indossa una corona           

ma non ci ha incoronati,

è un virus invisibile

che ci ha imprigionati.

 

È venuto da lontano

per creare un gran baccano,

ogni nostro sacrificio è stato vano.

 

Cattivo e prepotente

ci ha tolto tanta gente,

improvviso e deciso

ci ha tolto anche il sorriso.

 

Ha spopolato strade, chiese e scuole

e ci ha lasciato senza parole.

 

Lo scienziato nel frattempo

si è impegnato senza tempo

e grazie al suo onorato ingegno

è giunto a noi il vaccino a sostegno.

 

È stata dura la partita

ma siam giunti a nuova vita.

                                     Angelica Barresi II B

 

INTRECCI

Stanchezza

morte

tristezza

speranza

silenzio

guanti

distanze

abbracci

paura 

campane

sirene

persone

code

finestre

case

protezione

buio

il disordine delle parole

rispecchia

quello della vita

intrecci di emozioni

si annodano ad una mascherina:

ci ruba il sorriso e ci toglie i profumi

ci allontana gli uni dagli altri.

Basta salvare una vita

e il disordine sparisce

la gioia prende il sopravvento

schiamazzi

traffico

piazze

strade

folla

vittoria

salvezza

sorriso

gioia

luce

un nuovo disordine

Vita!

Annaclaudia Biancolillo II B

 

 IL COVID SE NE VA

Sei arrivato un anno fa

e purtroppo sei ancora qua

ci hai rubato l’allegria e ci hai lasciato tanta malinconia.

Siamo stati chiusi in casa

con la dad e senza abbracci

senza amici e senza nonni.

Sei un virus fastidioso

e per noi anche odioso.

Ora noi ci siamo armati

e per sconfiggerti ci siamo vaccinati.

Siamo stanchi di aver paura

e vogliamo tornare alla vita pura.

Una nuova normalità fatta di gioia e felicità.

                                                 Daria Tedone, II B

 

COVID – 19

Sembra un codice spaziale

che nessuno immaginava potesse fare così male.

Prima era solo un semplice avvertimento

adesso è un obbligo

stare a casa e privarsi di ogni divertimento,

già, sembra quasi come un castigo

ricordare la normalità

come se fosse qualcosa di irraggiungibile,

ma quando tutto questo finirà

sarà incredibile.

Ma adesso cosa ci rimane?

Brutti ricordi

Giorni sepolti

Ma abbiamo capito

L’importanza delle piccole cose.

                                  Alessia Labartino II B

 

COSA PROVO?

Dolore per chi non c’è più …

tristezza per quello che si sarebbe potuto fare

nostalgia per gli abbracci

per le risate e le avventure …

in un baleno tutto è cambiato

Speranza tanta speranza

per un futuro migliore.

                                      Gianmichele Marzocca II B

 

IL NEMICO INVISIBILE

Il Coronavirus è un nemico invisibile

che si crede invincibile.

Da quando è qui

è pronto a far scompiglio.

Non ci dà pace

creando un gran piglio.

Ha stravolto la nostra vita,

ma la speranza ci aiuterà

a pensare che presto se ne andrà!

Ora le scuole sono chiuse

ma se ci impegneremo a non uscire,

forse a settembre potranno riaprire.

Se vogliamo tornare a vivere normalmente,

tutti dobbiamo impegnarci assolutamente!

                                                Sofia Amorese II B

 

ANGELI EROI

I medici sono eroi perché non hanno mai mollato,

tante persone hanno salvato,

senza paura ma tanto coraggio,

hanno mandato via quell’oltraggio,

erano abbattuti ma non mollano,

e molte persone li ringraziano.

Li vogliamo tra noi,

perché sono degli eroi,

mai nessuno li ringrazierà abbastanza,

per aver aiutato tutti con costanza.

                              Simona Caputo II B

Poesie degli alunni della classe II B, Scuola Santarella, a.s. 2020/21

“DANTE, RIME E …FANTASIA”

(a cura della classe 2^E)

L’amore suscita amore, il sapere produce altro sapere, la poesia genera nuova poesia: questo il principio ispiratore del nostro incontro col sommo Poeta in occasione del ‘Dantedì’ del marzo scorso.

Anche noi alunni della classe 2^E della Scuola ‘Santarella’ abbiamo incontrato in quest’anno scolastico Dante, il padre della lingua italiana. Abbiamo iniziato con lui il nostro primo viaggio nel mondo della letteratura, attraverso la lettura di alcuni passi della ‘Divina Commedia’: abbiamo conosciuto la Selva oscura, l’ingresso cupo e tenebroso all’Inferno, le figure degli eterni innamorati Paolo e Francesca, la cui storia finì in tragedia; Ulisse, divorato dalla curiosità e avido di conoscenza, per poi iniziare la risalita lungo la collina del Purgatorio, verso la ‘verace via’ del Paradiso.

In fondo…Dante rappresenta ognuno di noi esseri umani che, nel corso della vita, passando per tanti ostacoli e a volte attraversando selve oscure,  poi riusciamo a riemergere ritrovando la luce.

Oltre a studiare la sua opera e i suoi versi, un bel giorno ci è stato chiesto di diventare anche noi creatori di poesia, rielaborando le rime di Dante, riscrivendole e dando ad esse anche un nuovo significato. Abbiamo utilizzato la parte finale dei versi, combinando secondo un nuovo filo logico i termini, disponendoli in modo originale e ripensando la punteggiatura. Dalle terzine dantesche sono nati così, piano piano, tanti piccoli elaborati poetici, che esprimevano sentimenti e stati d’animo diversi: dalla paura alla tristezza all’amore.

In quest’ultima settimana, inoltre, ciascuno di noi si è cimentato anche nella lettura espressiva della Commedia, producendo power point, video, registrazioni,….abbiamo dato sfogo alla fantasia!

Condividiamo con gioia alcuni dei nostri prodotti. Si è trattato di un lavoro diverso dal solito e abbiamo capito che si può imparare anche divertendosi.

Abbiamo fatto un viaggio alla ricerca, alla ricerca delle STELLE!

SFUMATURE D’AMORE

Bella persona

perdona,

non m’abbandona…

dolci sospiri.

Amore. (Claudia)

Voi ch’entrate

nell’anima mia a forma di porta

sussurrate

amore.

Passò da lì Gente,

ma entrò Dolore

e bruciò. (Gaia P.)

Senza alcun sospetto,

li occhi ci sospinse

la bocca mi basciò.

Caddi

come corpo morto. (Noemi)

Pietà,

onestà,

stretta al cuore,

l’ardore

e il valore

del vero amore. (Gaia P.)

COME FOGLIE

Le foglie spoglie,

Il ramo,

il seme d’Adamo,

un’onda bruna,

una schiera s’auna. (Giulia) 

FRAGILITÀ

Si levan le foglie

finché il ramo

tutto si spoglia. (Elvira)

ANIME

Lasse e nude ,

dibatterono i denti,

con parole crude (Giulia)

PAURA

È amara,

è aspra,

è morte.

L’animo mio

mi lasciò. (Noemi)

PASSAGGIO

Alla riva i vivi,

al gelo i morti.

Oh Cielo…. (Veronica)

V’intrai.

Morte trovai.

A quel punto…

mi abbandonai. (Carlotta)